L'Adalgisa di C.E. Gadda all'Out Off fino al 3 giugno

L'Adalgisa mi ha incantato, lo ammetto. L'ho adorata per tutto il tempo, con quegli occhi a volte sgranati, a volte persi nel ricordo, innamorati, sorridenti, nostalgici. L'ho ascoltata mentre parlava di una Milano che non esiste più, quella degli anni Venti del Novecento, dopo la guerra di Libia e prima della Seconda Guerra Mondiale. Una donna che faceva la stiratrice e la cantante di quint'ordine, improvvisamente catapultata fra i borghesi del tempo dal matrimonio col Ragioniere Carlo Biandronni. Fantastica la sua irriverenza mentre descrive le proprietà di cui la suocera si vanta tanto, e meraviglioso il carattere fanciullesco del "Povero Carlo", morto prematuramente ma sempre presente, anche in scena, mentre l'Adalgisa racconta alla cognata Elsa della loro vita da fidanzati prima e da sposati poi. La dignità, l'ardore, lo scoramento derivante dall'essere rimasta sola con due figli piccoli da crescere, tutti sentimenti che la protagonista declina splendidamente, quasi annullando la distanza dello spettatore, trasformato in confidente a cui non si nascondono nemmeno i segreti più intimi, spesso in dialetto milanese, lingua amatissima con cui Gadda si diverte a costruire immagini. Fate tappa all'Out Off se vi riesce, non ve ne pentirete!

Commenti

Post più popolari