Auschwitz e Birkenau, Viaggio in Polonia, Agosto 2007
Se quelli che sostengono che l'Olocausto sia pura invenzione storica visitassero Auschwitz ne uscirebbero profondamenre scossi nelle loro certezze. Da Cracovia la strada non è lunga, un'oretta in pullman e si arriva all'entrata del campo di concentramento, l'entrata al complesso che oggi è a tutti gli effetti un museo a cielo aperto è completamente gratuita: dopo il cancello con la scritta "Arbeit macht frei" non baracche ma edifici in mattoni, dentro stanze, bagni, foto dei prigionieri che tappezzano tutte le pareti, fuori filo spinato ovunque.
Non fermatevi qui, proseguite con una navetta fino a quello che è stato definito Auschwitz 2, il campo di Birkenau. Qui lo scenario cambia completamente, i binari lo attraversano come una ferita cicatrizzata (se avete visto Schindler's list li riconoscerete all'istante), i treni scaricavano qui non solo ebrei ma anche prigionieri politici, zingari, disabili, ciascuno di loro era confinato in un'area distinta del campo.
Le lunghe baracche di legno superstiti non lasciano dubbi sulla vita che vi si conduceva, la stanza dei forni crematori è un luogo che mi ha ricordato la sacralità di una chiesa, un silenzio e un rispetto irreali la permeavano. Ho camminato per centinaia di metri in lungo e in largo, ho immaginato i prigionieri denutriti e disidratati recarsi al lavoro tutti i giorni, per gran parte dell'anno al freddo, in mezzo alla neve. E in ogni filo d'erba ho sentito la presenza delle loro anime. Proprio lì, loro c'erano e ci sono ancora, il loro spirito non ha mai lasciato il campo. Non è una visita ma una vera esperienza umana quella vi aspetta, fatela almeno una volta nella vita.


Commenti