Un battito, vent'anni son volati via in un attimo


Domani compio 37 anni. Quando ci penso lo realizzo solo in parte. Voglio dire, non che sia una tragedia o che mi spaventi la cifra di per sé, è che non mi sono resa conto che il calendario stava facendo i suoi conti senza di me. Avevo 17 anni e il tempo sembrava non passare mai, poi le prime esperienze tutte insieme, la scoperta di un mondo "altro" che non fosse la famiglia o la scuola, l'incoscienza, la testardaggine delle idee, l'assaggio di un'età adulta ancora lontana.
Il 1992 me lo ricordo color seppia, come certe foto che ormai stanno sbiadendo.
Poi l'esame di maturità, gli anni dell'università, il primo lavoro: pochi scatti per ricordare un percorso che si stava indirizzando nella direzione sbagliata.
Nei dieci anni seguenti troppe scelte affrettate, troppa voglia di imitare la vita degli altri, la convivenza, il matrimonio, troppi programmi, troppe regole.
Ma la felicità? a tratti, creata dall'affetto degli amici, dal calore dei miei gatti addormentati addosso a me.
Per il mio trentesimo compleanno mi sono regalata un tatuaggio, molti faticano a capirne il soggetto al primo sguardo. Quando spiego che è una rondine probabilmente pensano che sia perchè quest'uccello è legato all'idea di viaggio, in continua migrazione fra nord e sud, il freddo arriva subito dopo la sua partenza e il suo ritorno porta con sé il rinascere della natura. Ci ho pensato e mi piace tutto questo ma non è stato fondamentale nella scelta. No, quello che mi ha colpito è che questa rondine ha le ali piegate, le usa per ripararsi dai pericoli e non per volare, cerca la sopravvivenza e non la vita reale. Come me a trent'anni.
Per questo quando mi guardo indietro sono gli ultimi cinque anni quelli a cui sono più legata perchè quello che mi ha davvero sconvolto è che mi ero dimenticata di cercare la felicità, pensavo ci fosse una ricetta uguale per tutti e che, una volta appresa, avrebbe fatto lo stesso effetto anche su di me.
Invece per fortuna siamo tutti straordinariamente diversi e solo seguendo la nostra vera natura possiamo diventare qualcuno che ci piaccia la mattina quando ci guardiamo allo specchio.
A raccontarla così sembra facile ma mettere in discussione tutto quello su cui avevo basato le mie certezze fino a quel momento è stato traumatico. Ci sono stati pianti, ripensamenti, momenti di rabbia e alla fine un grande, immenso sollievo.
Mi ricordo che Fabio Volo in uno dei suoi libri ha scritto che il primo passo per il cambiamento è quello che ci fa più paura e ci sembra impossibile farlo, una volta trovato il coraggio però la strada si apre da sola davanti a noi.
Mi sembrava una spacconata, roba per chi ce l'aveva fatta e si autocompiaceva di esserci riuscito. Invece è davvero così.
Non rinnego e non rimpiango nulla, sarebbero tempo ed energia sprecati, mi piace pensare invece che se non avessi fatto esattamente quello che ho fatto non sarei la persona che sono oggi. Non sarei sulla mia strada, l'unica finalmente e completamente mia.

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