Se Berlusconi vincerà di nuovo le elezioni nel 2013
farò in modo di abbandonare questo paese al più presto. Dopo questa parentesi di rigore finanziario e soprattutto morale non potrei sopportare di rivederlo lì, seduto a manovrare unicamente per i propri interessi preparando per noi semplici cittadini un altro buco di bilancio e un altro baratro da cui sicuramente non usciremo indenni. Capisco che il Cavaliere debba salvarsi dalle sue disavventure giudiziarie, capisco che un partito che protegge gli interessi di pochi potenti si debba preparare a non perdere del tutto il controllo della politica, ma qui stiamo esagerando. Se gli italiani voteranno in maggioranza quest'uomo che ha fatto del suo ruolo istituzionale un ruolo da buffone rendendoci lo zimbello d'Europa allora gli italiani si meritano Berlusconi, ma non la mia stima né la mia permanenza in Italia, le mie tasse, i miei sforzi per vivere una vita onesta e dignitosa.
Quando sento che l'amarezza sale rileggo sempre Dante, quasi mi consolasse sapere che nel Duecento questo paese aveva già enormi problemi, in realtà purtroppo non mi consolo affatto.
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
Quell'anima gentil fu così presta,
sol per lo dolce suon de la sua terra,
di fare al cittadin suo quivi festa;
e ora in te non stanno sanza guerra
li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode
di quei ch'un muro e una fossa serra.
Cerca, misera, intorno da le prode
le tue marine, e poi ti guarda in seno,
s'alcuna parte in te di pace gode.
Che val perché ti racconciasse il freno
Iustiniano, se la sella è vota?
Sanz'esso fora la vergogna meno.
Ahi gente che dovresti esser devota,
e lasciar seder Cesare in la sella,
se bene intendi ciò che Dio ti nota,
guarda come esta fiera è fatta fella
per non esser corretta da li sproni,
poi che ponesti mano a la predella.
Quando sento che l'amarezza sale rileggo sempre Dante, quasi mi consolasse sapere che nel Duecento questo paese aveva già enormi problemi, in realtà purtroppo non mi consolo affatto.
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
Quell'anima gentil fu così presta,
sol per lo dolce suon de la sua terra,
di fare al cittadin suo quivi festa;
e ora in te non stanno sanza guerra
li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode
di quei ch'un muro e una fossa serra.
Cerca, misera, intorno da le prode
le tue marine, e poi ti guarda in seno,
s'alcuna parte in te di pace gode.
Che val perché ti racconciasse il freno
Iustiniano, se la sella è vota?
Sanz'esso fora la vergogna meno.
Ahi gente che dovresti esser devota,
e lasciar seder Cesare in la sella,
se bene intendi ciò che Dio ti nota,
guarda come esta fiera è fatta fella
per non esser corretta da li sproni,
poi che ponesti mano a la predella.
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