Omaggio a Kieslowski
La notizia della morte del mio regista preferito mi è arrivata mentre già pensavo di scrivere la mia tesi di laurea su uno dei suoi lavori più complessi, il Decalogo, dieci film da un'ora liberamente ispirati ai dieci comandamenti. Quanto di più lontano e toccante si possa immaginare dalla vuota retorica dei dogmi.
Krzysztof Kieślowski se ne è andato una mattina di marzo del 1996, per un attacco di cuore. Mi ricordo che La Repubblica il giorno dopo titolava più o meno così: "Come faremo senza i suoi dubbi?".
Già, domanda legittima, perchè nei suoi film non ci sono certezze, non c'è un messaggio preconfezionato: ci sono le storie delle persone, i loro drammi, le loro piccole vittorie, le grandi sconfitte. E c'è tanto silenzio, un silenzio a cui non siamo più abituati, intriso di sguardi e di significati, della possibilità che ci viene concessa di comprendere e di compatire i protagonisti, nel senso etimologico di cum patior = soffro con.
Curiosando su Wikiquote ho scoperto che anche Kubrick era un estimatore di Kieślowski e con la sua incredibile capacità di sintesi descriveva così il suo modo di fare cinema:
« Sono sempre restìo a sottolineare una caratteristica specifica del lavoro di un grande regista, perché ciò tende inevitabilmente a semplificarne e sminuirne il lavoro. Ma riguardo a questa sceneggiatura (Decalogo N.d.R.), di Krzysztof Kieślowski e del suo coautore, Krzysztof Piesiewicz, non dovrebbe essere fuori luogo osservare che essi hanno la rarissima capacità di drammatizzare le loro idee piuttosto che raccontarle solamente.
Esemplificando i concetti attraverso l'azione drammatica della storia essi acquisiscono il potere aggiuntivo di permettere al pubblico di scoprire quello che sta realmente accadendo piuttosto che semplicemente raccontarglielo. Lo fanno con tale abbagliante abilità, che non riesci a percepire il sopraggiungere dei concetti narrativi e a materializzarli prima che questi non abbiano già raggiunto da tempo il profondo del tuo cuore. »
Ecco, nel profondo del cuore. Lì meritano di essere custoditi i film di questo grande regista.
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