Gli italiani e le ferie d'agosto
Diciamocelo: questa tradizione ormai solo italiana delle ferie d'agosto suona d'arcaico e di illogico ormai. La settimana scorsa mi è capitato di lavorare come supporto al dipartimento export della mia azienda: ho letto nelle mail e nelle voci al telefono dei miei colleghi stranieri una certa incredulità e anche un malcelato fastidio nell'apprendere che sì c'era una persona in ufficio che poteva aiutarli per quanto riguardava documenti e/o informazioni sulle consegne in essere, ma che non ci sarebbe stato nessuno (e intendo proprio nessuno, non è un eufemismo) in produzione per ben tre settimane, con conseguente slittamento di tutte le consegne di settembre.
Io personalmente ho sempre preferito organizzare i miei viaggi lontano dai periodi di alta stagione, quando le compagnie aeree non rischiano l'overbooking tutti i giorni e non rischi di trovare un italiano in qualunque buco di mondo tu metta il naso.
Non che io abbia nulla contro i miei connazionali all'estero, anche se spesso li ho visti peccare in educazione e poco o pochissimo informati del luogo che stavano visitando ma si sa che l'italiano medio è turista, non viaggiatore. Pochi giorni da curiosavo su Tripadvisor, mi servivano delle informazioni su Capoverde e le sue strutture alberghiere, i commenti dei turisti italiani erano a dir poco comici: "pessima sistemazione, i lettini in spiaggia non bastavano per tutti", "poca varietà nel menu del ristorante", "abbiamo trovato insetti nelle camere e gatti ovunque". Premesso che amo i gatti, anzi di più li venero e che trovarli nei villaggi non mi ha mai dato noia io mi domando: ma questa gente lo sa dove sta Capo Verde? lo sa che un arcipelago nell'Oceano Atlantico a 400 km dalla costa del Senegal non può garantire i servizi a mille stelle di Sharm el Sheik?
Io il 29 agosto parto per Boa Vista con l'intento di perdermi in quad fra le dune del deserto, visitare paesi minuscoli in cui i pescatori rientrano in porto sorridenti mostrandoti il pescato del giorno, ammirare di notte le tartarughe che depongono le uova insieme ai ricercatori delle Canarie che seguono il progetto per la loro salvaguardia.
Me ne frego che ci sia troppo vento, che gli asciugamani o i materassi per i lettini non bastino per tutti, che la gente del posto non parli italiano. Io non pretendo che gli altri a casa loro parlino la mia lingua, cucinino il mio cibo, mi riveriscano solo perchè porto un benessere economico che ha in ogni caso anche dei risvolti negativi, specie sull'ambiente.
Io vado in visita, in cerca di qualcosa e di qualcuno, perchè un luogo nuovo significa occhi nuovi con cui guardare il mondo e Dio solo sa quanto ce ne sarebbe bisogno, specialmente in questo periodo storico, nell'Italietta che abbiamo ereditato e che dobbiamo essere capaci di traghettare oltre questo momento, per salvarla e salvarci tutti quanti.
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