Cronache da un condominio

Dopo una settimana che abito nella casa nuova mi accorgo che tutte le volte che i miei vicini di casa si fermano in cortile a parlare è perchè stanno programmando di mandare una mail di lamentele all'amministratore. La palazzina è nuova e in effetti le cose da sistemare sono tante ma questa tendenza tutta italiana di creare gruppi di protesta mi fa sorridere. Salvo poi farmi incazzare quando la prassi si sviluppa anche in parlamento portando alla politica fallimentare che tutti conosciamo. A parte questo ora che ho una corte interna in cui guardare e curiosare mi rendo conto che la vita pulsa intorno a me e questo mi piace da morire. C'è chi fa colazione sul balcone o in giardino, chi dà da mangiare al coniglio, chi al gatto o al cane. Mi sono accorta che in tanti anni di vicinato invisibile, ero io stessa ad evitare di fare amicizia, ora è il momento di tornare a godere della compagnia altrui. Sei anni fa entravo in un'altra casa, appartenente ad un'altra vita, quella di quando ero sposata e pagavo un mutuo per un investimento che credevo duraturo. Sopra alla mia testa, o meglio, al piano di sopra, trottava sui tacchi una bambina di due anni e mezzo, una testolina coperta da una bandana e una borsa sempre pronta in caso di ricovero urgente.Rossana la voglio ricordare così, con l'argento vivo addosso nonostante la leucemia e gli occhi grandi spalancati sul mondo. Ricordo i suoi piedini due anni dopo, era quasi Natale, sgambettava sul divano mentre le facevo il solletico. Dopo quattro giorni se ne è andata dalle nostre vite, lasciando i genitori a pezzi per aver perso la battaglia più importante e la mia casa tristemente silenziosa, senza più il rumore dei tacchi a ravvivarla. Da allora ho schivato tutto e tutti limitandomi ai saluti di cortesia, ora è arrivato il momento di smettere di essere invisibile e di provarci almeno, ad essere meno invisibile per chi mi vive attorno.

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