Senza memoria

Seguendo il blog di Massimo Gramellini, vicedirettore della Stampa, mi sono imbattuta in suo articolo sulla memoria storica degli italiani, se volete leggerlo lo trovate qui:

http://www.lastampa.it/2013/01/12/cultura/opinioni/buongiorno/senza-memoria-ME5Fuda5ic0LfGXXcpXRhP/pagina.html

al mio post su Facebook in cui riportavo l'intero articolo ha risposto una mia amica e secondo me il suo commento è molto interessante e voglio condividerlo con voi:

"che dire...quello che a certi pare un essere che ormai ha superato i limiti del ridicolo per altri é un grande uomo da ammirare...strana questa divergenza di prospettive così netta...strano come il senso critico della gente sia soggettivo al punto da essere per molti slegato dalla realtà. Eppure per quanto tutto sia relativo secondo me una base comune deve esserci in una società. se non c'è manca la comunicazione, la civiltà, la cultura propria di ogni popolo e mi rincresce molto parlare dell'Italia come di un paese sottosviluppato, eppure è così e questo non è opinabile. Se ci fosse cultura ci sarebbero divergenze di opinioni, ma non ci sarebbe fraintendimento della realtà. Quando succede alle singole persone di solito viene riconosciuta una malattia mentale e curata, che succede quando capita alla maggioranza di un popolo??"

Già, che succede? ci siamo dati per sconfitti? Abbiamo deciso di cancellare tutto quello che abbiamo vissuto prima di questa grande crisi? ma se un popolo perde o non coltiva la memoria del suo passato può davvero porre delle basi serie per il suo futuro? oppure è destinato a vagare senza bussola, col solo comando di chi va al governo per puro interesse personale?

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