Perché vi consiglio di leggere i romanzi di Bruno Morchio (e di conoscere un tale Bacci Pagano)

Era l'estate di tre anni fa, avevo appena finito di leggere "Uomini che odiano le donne", un libro che mi aveva turbato e appassionato dalla prima all'ultima pagina. Attendevo con ansia di leggere il secondo episodio della trilogia Millenium, "La ragazza che giocava con il fuoco", che un mio amico e collega doveva prestarmi di lì a poco. Invece una mattina di agosto mi ritrovai con in mano due libri di un autore a me sconosciuto e di una casa editice mai sentita nominare accompagnati dalla seguente presentazione: "Belin, se ti piacciono i gialli il ratto dei carruggi non ti deluderà!". Divisa tra la curiosità e la voglia di uccidere il mio amico che si era dimenticato il libro di Larsson chissà dove, me ne tornai a casa e iniziai a leggere. Sono pochi i personaggi letterari che mi hanno davvero conquistato il cuore, il primo in ordine di tempo è il commissario Montalbano di Camilleri, che però da tempo non ha più la profondità e le sfumature degli inizi, la seconda è l'ispettore Petra Delicado nata dalla penna dell'autrice spagnola Alicia Gimenez Bartlett e il terzo è proprio il protagonista dei romanzi di Bruno Morchio, Bacci Pagano, detective privato con una laurea in lettere nel cassetto, posto in cui preferisce tenere anche la sua pistola, diffidente ma allo stesso tempo coerente e leale sempre, anche quando non gli conviene, un uomo che ama le sue donne con un'ingenuità che gli viene rinfacciata puntualmente come colpa. Cosa ho amato e amo tuttora di Bacci, dopo aver letto i sette romanzi che lo vedono muoversi dalla Genova del dopo G8 fino a quella più recente in cui si muovono cellule del terrorismo internazionale? Il rifiuto della violenza e l'indignazione davanti all'ingiustizia, la limpidezza d'animo, la sfrontatezza con cui affronta certi suoi clienti, i suoi bluff, la sua passione per la musica classica, il suo coraggio di esprimere sempre e comunque la sua opinione, l'amarezza con cui ricorda i momenti belli e quelli brutti del suo matrimonio finito, la tenerezza con cui pensa a proteggere sua figlia e tanto altro ancora. Perché questa serie di romanzi ha dato vita ad un mondo intero, non ad un solo personaggio che oscura tutto il resto. Colei che spicca più di tutti con i suoi colori, i suoi edifici e soprattutto i suoi odori é Genova, città multietnica e contradditoria, che ci si svela nei suoi quartieri operai così come in quelli alto borghesi. E poi gli amici di Bacci: il commissario Pertusiello e i suoi uomini, l'avvocato Gina Aliprandi, il Capitano. E naturalmente le sue donne: l'ex moglie Clara, l'ex fidanzata psicologa e Aglaja, una figlia tenace e testarda tanto quanto il padre, pronta a perdonare e a ricostruire. Tutti vengono toccati in qualche modo dalle indagini che Bacci segue e risolve, il filo conduttore è sempre il mistero da svelare, che non è mai fine a sé stesso. Morchio non solo scrive bene ma riesce a farci rimanere inchiodati alla pagina mentre veniamo trasportati dai pensieri e dalle congetture di Bacci, che si mischiano alle note dei concerti di Mozart e al fumo che sale dalla sua pipa. Se la scena vi piace o pensate che potrebbe piacervi vi rimane solo una cosa da fare: versarvi del Lagavulin in un bicchiere e inziare la lettura, presto arriverete all'ultimo paragrafo e all'ultima frase spero vi capiterà quello che è capitato a me ogni volta, saluterete Bacci come un vecchio amico che vi dispiace lasciare nella speranza di incontrarlo di nuovo presto, molto presto.

Commenti

paoletta ha detto…
Non sono solita trincare Scotch e non prediligo i romanzi gialli o polizieschi, ma giuro che comincerò a leggere le storie del detective privato Bacci Pagano dopo questa recensione viva e che sprizza amore per Bruno Morchio e la lettura in genere.
grazie!
Anonimo ha detto…
Questa recensione fa venir voglia di uscire di casa nonostante la pioggia per andare in libreria a prendere il primo della serie e cominciare a leggere

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