Ora che l'ospedale non mi fa più paura

Quando avevo dieci anni i miei genitori d'accordo con il mio pediatra mi hanno fatto ricoverare una settimana all'ospedale di Melzo, avevano paura che crescessi troppo poco e troppo lentamente, così ogni mattina mi svegliavo, andavo a fare gli esami e poi tornavo nel mio letto, dove in realtà passavo una minima parte della giornata. Essendo una bambina sana ero libera di andare a trovare gli altri bambini che erano allettati e potevo frequentare la sala giochi e guardarmi ogni giorno la mia adorata Pollon. Poi sono passati gli anni e ospedale ha iniziato a significare malattia, quella dei nonni, il primo vero affetto dell'infanzia, facevo fatica persino a varcare l'ingresso dell'ospedale e da allora è sempre stato così, coi cimiteri poi non ne parliamo, lì mi prende anche un senso di nausea. Perchè negli ospedali e nei cimiteri non puoi fingere che non sia accaduto, devi affrontare la realtà e il dolore, quello profondo della perdita. Sono passati altri anni e ho conosciuto una bambina che portava una bandana dove prima c'era una montagna di riccioli biondi. La leucemia se l'è portata via poco dopo il suo quarto compleanno, io me la ricordo ancora mentre preparava la sua borsetta insieme alla mamma per i ricoveri lunghi in ospedale: ciabattine, pigiamino, tutto quello che la faceva sentire protetta, quasi come a casa. Sì, perchè a lei il ricovero non pesava, lei voleva guarire e capiva che era necessario, poi in ospedale c'erano le "sue" volontarie, le ragazze che la coccolavano e la viziavano quando la mamma non poteva esserci. Stasera divento ufficialmente una di quelle volontarie, anche se io non avrò a che fare con casi così gravi, spero che nelle tre ore che sarò lì i bambini che incontrerò possano credere che l'ospedale tutto sommato non sia un posto così brutto, se c'è qualcuno lì solo per loro, per giocare o raccontare loro una favola. Ho pensato che in fondo ancora una  volta tutto riparte da dove era cominciato, da un reparto di Pediatria: un luogo con le pareti colorate, disegni appesi ovunque e le televisioni che trasmettono solo cartoni animati, come si fa ad avere paura di un posto così?

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