Gesti antichi, ricordi ancora vivi
Ci sono estati che non dimenticherò. Le ho passate con mia nonna, che non c'è più da tanto tempo e con le mie zie e i miei cugini su e giù per le strade di un piccolo paese nella provincia di Reggio Calabria. Sono passati trent'anni ma ancora adesso troverei ad occhi chiusi la strada per il torrente, quella che porta all'altro versante della collina, ma mi perderei alla ricerca del negozio di Mastro Pino il Sarto. Troppe deviazioni nel percorso, a volte lo sbagliavo anche allora, in quei caldi pomeriggi di agosto in cui le donne del paese si dedicavano al ricamo e ai lavori di sartoria. E così alla merceria ci andavo io a prendere quello che mancava: bottoni, fili di un certo colore, gessetti, quello che serviva, senza bisogno di pagare subito, si saldava a fine mese. Lungo la strada molte sedie posizionate fuori dalle case, ognuna ospitava una vecchina o una signora di mezza età, intente a scambiare quattro chiacchiere e tanta saggezza mentre reggevano ago e filo. La scorsa settimana ero in Liguria e ho attraversato di nuovo le vie di un paesino arroccato su una collina. Era quasi ora di cena e ho scattato questa foto. E ho capito che un migliaio di chilometri di distanza non fanno la differenza, come non la fanno trent'anni di vita. Un ricordo è un ricordo e gli stessi gesti, anche se lontani e in un contesto diverso, azzerano tutto e ti riportano alla bambina che sei stata, alle persone che hai amato. Loro nella mia memoria sono ancora lì, sedute su quelle sedie, ad aspettare che ritorni a casa con quello che serve per finire il lavoro.

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